Gli studenti universitari devono sentire il polso dei villaggi indiani

Ogni università dovrebbe mandare i propri studenti nei villaggi rurali impoveriti e nei bassifondi urbani per almeno uno o due mesi, affinché vedano in prima persona tutti i problemi cui i poveri devono far fronte.
Nel villaggio natale di Amma c’era un solo punto di distribuzione dell’acqua, un solo rubinetto per un migliaio di famiglie circa. Ogni persona poteva prendere al massimo un recipiente d’acqua, per il quale spesso doveva fare la fila dall’alba al tramonto, e a volte, di acqua non ce n’era proprio, per nessuno. Memore di tale passato, quando vede un rubinetto aperto, Amma si sente come se ne sgorgasse il suo stesso sangue anziché acqua. E allora chiediamoci come possiamo smettere di sprecare acqua e a chi ci rivolgerci per trovare una soluzione.
Amma nel suo villaggio non disponeva nemmeno dei servizi essenziali, e ricorda bene la sofferenza delle persone che aveva intorno: per questo, ogni volta che vede qualcuno in difficoltà, sente istintivamente il bisogno di portare aiuto.
La Natura è nostra madre. La nostra madre biologica può portarci in braccio per alcuni anni, ma Madre Natura ci tiene in braccio per tutta la vita.

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Amma ha un desiderio: ogni università dovrebbe mandare i propri studenti nei villaggi rurali impoveriti e nei bassifondi urbani per almeno uno o due mesi, affinché vedano in prima persona tutti i problemi cui i poveri devono far fronte. In questo modo gli studenti potrebbero ideare soluzioni e scrivere relazioni, attingendo alle competenze acquisite nel corso degli studi, per aiutare i poveri in modo più efficace e risvegliare la compassione nei giovani di oggi.
Le università e i loro ricercatori sono oggi classificati principalmente in base all’importo dei finanziamenti che ottengono, al numero delle loro pubblicazioni e al loro calibro intellettuale, e anche i docenti vengono promossi secondo gli stessi criteri. Oltre a ciò, bisognerebbe prendere in considerazione quanto tutti noi siamo in grado di utilizzare e mettere a frutto i risultati della ricerca per servire gli strati più bassi e più vulnerabili della società. Sarebbe come dare profumo all’oro.
Nel nostro approccio allo sviluppo sostenibile, non dobbiamo mai dimenticare che per rendere la piramide della società sana e forte bisogna partire dal prendersi cura e rafforzare coloro che ne costituiscono le fondamenta.