I volontari di Embracing the World hanno creato un secondo punto di prima accoglienza per i rifugiati ucraini al di là della frontiera.
Vienna è appena a cinque ore e mezza di auto daTiszabecs, un villaggio situato nell’estremità est dell’Ungheria al confine con la frontiera ucraina. Venendo a sapere che centinaia di rifugiati sarebbero passati di lì, sei volontari di Embracing the World dell’Austria hanno deciso di allestire un campo, aperto il 12 marzo, per offrire bevande calde, cibo e assistenza.

“La gente arriva stipata in auto, cinque persone e relativi animali domestici. Ogni 3 -5 minuti passa un’auto”, racconta Sarah Straub, una volontaria. La postazione di ETW fornisce anche indicazioni su come procedere per ulteriori destinazioni, dove trovare supporto medico e psicologico. È il primo punto di accoglienza subito dopo la frontiera. “L’Austria, e soprattutto Vienna che si trova nell’estremo est dell’Austria, si trova solo a pochi chilometri di distanza dall’Ungheria. Ci sentiamo geograficamente molto vicini a questa guerra, per cui abbiamo pensato di portare una voce di speranza creando un punto di accoglienza appena passata la frontiera”.
Andreas Mersa lavora gomito a gomito con Sarah Straub. Ha condiviso la storia di una giovane donna, felice di uscire dalla sua auto dopo aver passato ore e ore al confine ucraino. È venuta a bere una tazza di tè e ha raccontato di aver dovuto lasciare in Ucraina i suoi genitori che non volevano andarsene. Suo fratello, che abita in Ungheria, li ha invitati ad andare a stare da lui. “Si sentiva molto in colpa per la sua decisione di lasciarli”, racconta Mersa. “Ci ha raccontato del suo gruppo su Facebook, in origine ideato per connettere gente in una particolare zona della sua città, che invece ora viene usato per postare fotografie delle persone decedute in modo da informare la gente della perdita dei propri cari”. Può sembrare una cosa di poco conto fornire un po’ di cibo, bevande e qualche parola di conforto e aiuto, ma è una forma di sostegno che porta sollievo alla gente proveniente dall’Ucraina. I rifugiati sono scampati alla guerra, e attraversando la frontiera si portano dietro la paura.

“Appaiono freddi ed emotivamente distaccati, chiusi. Ma quando li si avvicina con un sorriso o una caramella, o qualcosa di caldo da bere, subito iniziano a rilassarsi”,racconta Barbara Caretta, un’altra volontaria di Embracing the World arrivata dall’Italia per offrire il suo servizio in questo secondo punto di accoglienza. “La maggior parte delle volte vedi le lacrime negli occhi delle madri, specie se hanno bambini piccoli nel sedile posteriore dell’auto. Spesso scoppiano a piangere, e si vede che così iniziano a lasciar andare la tensione che hanno accumulato nel tragitto”.
Rudi Risatti fa anche parte del team alla frontiera ungherese. Quando hanno aperto il punto di accoglienza, racconta Rudi, c’era molto afflusso: tutti i giorni da130 a 140 gruppi di persone in auto, e circa 20 persone a piedi. Adesso il traffico si è ridotto a 50 auto, ma nei prossimi giorni ci si aspetta una nuova ondata di circa 100 al giorno. Il team ha deciso di rimanere sul posto, non sapendo che cosa succederà. “La maggior parte dei rifugiati che vediamo, circa il 95%, ha lasciato a casa padri, figli o fratelli che sono dovuti rimanere in Ucraina a difendere il Paese”.
“Per la maggior parte vediamo famiglie, anziani e bambini. Sono tristi e hanno bisogno di ristoro. Quando li incontriamo e diamo loro qualcosa, come un po’ di cioccolato ai bambini, appaiono commossi. È una gioia offrire questo servizio”. Dice Rudi.
I volontari alloggiano in un bed and breakfast a circa 18 km dalla postazione sulla frontiera, gestito da una famiglia che si prende grande cura di loro. Dispongono di una piccola cucina dove possono cenare la sera. Per pranzo, stando alla frontiera, sono attrezzati con un fornello a gas su cui si cucinano della pasta. Non ci sono parole per questo encomiabile servizio che ha ispirato volontari di Embracing the World da tutta Europa. Gente dall’Italia, dalla Spagna, dalla Francia e dal Belgio è giunta in Ungheria per offrire aiuto.

Raffaella Cairoli, arrivata la scorsa notte dall’Italia, racconta: “Vogliamo mostrare ai rifugiati che veniamo da lontano per offrire loro un caffè e la nostra solidarietà, dando sostegno e amore. E loro sono commossi, sentendo per pochi istanti che ci sono persone che fanno questo per loro”.
“Tutti i membri del team sono grati di questa opportunità di offrire servizio ai rifugiati, e dal momento che la guerra è scoppiata appena quando la pandemia da COVID-19 stava iniziando a sparire, non sapevano se potevano disporre di energie e risorse per creare il punto alla frontiera. Ma in qualche modo tutto è andato a posto. Qui vengono messi in pratica gli insegnamenti di Amma, di amare e di servire. Quando si fa qualcosa di cuore, la forza si trova. A livello umano è un’esperienza molto arricchente”, afferma Sarah Straub. “Vedere la gente fuggire dal proprio Paese mi fa pensare che la pace non sia qualcosa di scontato e per nulla certa. La pace è preziosa: non dobbiamo dimenticarlo mai”.
I volontari di Amma di tutta Europa stanno coordinando la raccolta di donazioni per aiuti essenziali e alloggi per i rifugiati.
Dall’Italia due giorni fa è partita anche Laura e il fidanzato per raggiungere il primo punto di accoglienza di Embracing the World, al confine tra Polonia e Ucraina.
